Chi ama non dimentica: Maradona rinasce a Napoli
di Gaetano Mango
Napoli è la di città dove, se vai in giro per le vie del centro storico, accanto all’altarino a San Gennaro puoi trovare anche quello a Diego Armando Maradona, l’altro protettore della città. Perché Maradona per Napoli è più di un idolo, è un’icona, come testimoniano i numerosi Diego o Armando nati negli anni ’80. Maradona è il figlio “scugnizzo” che Napoli ha adottato dall’Argentina. Lo ha cullato tenendolo in grembo, come una madre con un figlio, lo ha reso una leggenda nell’immaginario collettivo; e lui, di rimando, ha sempre “sentito” la responsabilità di questo amore ergendosi a Masaniello dei giorni nostri contro quei poteri forti che, anche negli anni ’80, ostracizzavano il Meridione, con la sola arma che gli era congeniale: il pallone.
Basterebbe questo a spiegare quanto significa Maradona per Napoli, quanto è grande l’amore che ancora oggi, a distanza di decenni, i napoletani profondono per il loro Diego.
Qualche giorno fa, in una delle zone più bistrattate della città, ma anche più caratteristiche ed emblematiche, i Quartieri Spagnoli, è stato inaugurato il murales restaurato di Diego. Quello che l’arte di Mario Filardi ha regalato alla città negli anni ’90, quando era poco più che un ragazzo. Una gigantografia del Pibe de Oro che spadroneggia sulla facciata di un palazzo di sei piani, nel cuore del quartiere. Quel murales rappresenta tutta la tipicità di Napoli: basti pensare che il viso del Pibe coincide perfettamente con una finestra dello stabile!
Il tempo e gli agenti atmosferici, però, l’avevano ormai cancellato quasi del tutto.
E proprio quel quartiere, quindi, ha organizzato e completato il restauro di un’opera d’arte a tutti gli effetti, da un lato per ricordare l’ormai defunto artista napoletano e dall’altro per rispolverare uno dei ricordi lasciati dall’ultimo scudetto azzurro, quasi a fare da monito per il futuro. L’opera di restauro, al quale ha contribuito anche Salvatore Iodice (l’ideatore di Miniera, un laboratorio che ricicla i rifiuti e li trasforma in opere d’arte coinvolgendo proprio i ragazzi di quella parte della città), è stata accolta dal grande entusiasmo di tutto il quartiere che ha organizzato una grande festa per salutare l’evento con fuochi d’artificio, cori e tutta quella passione che li accompagnava quando scendeva in campo il loro pupillo.
E anche Diego, da oltreoceano, ha apprezzato il gesto, commentando così sulla sua pagina facebook ufficiale: “Festa di inaugurazione del murales nei Quartieri Spagnoli. Grazie napoletani, non ho parole… chi ama non dimentica”.
Perché anche Diego sa che, ovunque egli sia, Napoli sarà sempre casa sua.
(canale:Forza azzurri 1926)
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