Festa del papà e zeppola di San Giuseppe: storia e tradizione
di Annina D'Ambrosio
Il 19 marzo, oltre ad essere il giorno di San Giuseppe, si celebra la Festa del papà .
La tradizione vede protagonista di questo giorno un dolce davvero tanto apprezzato: la zeppola.
Come e dove è nata questa gustosa prelibatezza?
La famosa zeppola di San Giuseppe è un dolce tipico della cucina italiana (soprattutto meridionale) e circa le sue origini si raccontano diverse storie.
Secondo la tradizione dell’epoca romana, dopo la fuga in Egitto con Maria e Gesù, San Giuseppe dovette vendere frittelle per poter mantenere la famiglia in terra straniera. Proprio per questo motivo, in tutta Italia, le zeppole divennero i dolci tipici della Festa del papà, preparati per festeggiare la figura di San Giuseppe.
Ma c’è anche un’altra leggenda, che risale al 500 a.C., ed è legata alle “Liberalia” che venivano celebrate nell’antica Roma; si trattava di feste in onore delle divinità del vino e del grano. Per omaggiare Bacco e il suo precettore e compagno di baldorie, Sileno, si bevevano fiumi di vino addizionato di miele e spezie e si friggevano nello strutto bollente profumate frittelle di frumento. Le discendenti di quelle storiche frittelle sembrano essere proprio le zeppole di San Giuseppe.
E a Napoli?
Si racconta che, il 19 marzo, i friggitori napoletani si esibivano pubblicamente nell’arte del friggere le zeppole davanti alle proprie botteghe.
Come la maggioranza dei dolci napoletani anche questo ha origine conventuale, forse nel Convento di San Gregorio Armeno, ma c’è anche chi ne attribuisce l’invenzione alle monache della Croce di Lucca o a quelle dello Splendore, famose perchè ad ogni festività inventavano un dolce diverso.
Il 19 marzo si celebra anche la fine dell’inverno e l’imminente arrivo della tanto desiderata primavera: durante i cosiddetti “riti di purificazione agraria” in molti paesi del meridione venivano, e vengono tutt’ora, accesi dei grandi falò e preparate grosse quantità di frittelle.
In ogni caso si sa con certezza che fu il famosissimo gastronomo partenopeo Ippolito Cavalcanti, Duca di Buonvicino, ad improntare su carta la prima ricetta delle zeppole nel 1837 nel fortunatissimo trattato “La Cucina Teorico Pratica”.
Anticamente, inoltre, si celebrava la Festa dei falegnami, il cui patrono è San Giuseppe: per l’occasione i genitori acquistavano giocattoli realizzati in legno per i propri piccoli. Oggi invece le parti si sono invertite.
Nel 1968 la data del 19 Marzo è stata proclamata come giorno della Festa del Papà: da quel momento i figli hanno cominciato a fare regali ai padri per festeggiarli.
In cucina
Il famoso dolce, insomma, ha origini partenopee ed ogni città ha, ovviamente, la sua variante della zeppola, ma l’elemento fondamentale che le accomuna e contraddistingue tutte è che deve essere fritto in abbondante olio, proprio come vuole la tradizione. La zeppola di San Giuseppe è caratterizzata da un impasto di base molto morbido, dal sapore neutro e poco dolce e dalla forma a ciambella, sul quale viene adagiata dell’ottima crema pasticcera con aggiunta di amarene. A differenza del classico bignè romano, la zeppola di San Giuseppe è vuota all’interno. Oltre alla classica zeppola fritta c’è anche la variante al forno, decisamente più leggera, oppure farcita con crema chantilly o Nutella.
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