Hamsik tra il Napoli e Castel Volturno, quando la vita è una scelta di cuore
di Gaetano Mango
Napoli e il Napoli hanno da sempre una storia particolare. Molto più complessa e intricata rispetto alle altre tifoserie nazionali. Molto più passionale, più focosa, capace spesso di regalare emozioni che sarebbe difficile trovare in qualunque altro posto del mondo.
Il protagonista di questa storia è Marek Hamsik, capitano nonché vero e proprio pupillo dei tifosi azzurri.
Il numero 10 della squadra di Sarri è l’unico giocatore a vivere, con la famiglia, a Castel Volturno, dove ci sono i campi d’allenamento della squadra. Una scelta di “cuore”, come l’ha sempre definita lui stesso.
Il centrocampista azzurro infatti, da quando è arrivato, ha preso a cuore le sorti del territorio e non si risparmia mai quando si tratta di dare un contributo alle attività per recuperarlo. Basti pensare che è anche un membro attivo dell’Associazione “I love pineta mare” che, da qualche anno ormai, si occupa di salvaguardare e migliorare le condizioni di Castel Volturno.
Proprio tra queste attività è rientrata la ristrutturazione del campo da calcio “Verde”, abbandonato ormai da anni.
Il capitano azzurro non si è tirato indietro, contribuendo in maniera significativa al finanziamento dei lavori di ricostruzione del sito, che lo hanno trasformato in un’area attrezzata, dove i bambini potranno giocare gratuitamente. Un gesto veramente bello che ha rimarcato ancora una volta la vicinanza di “Marechiaro” alla città. Una vicinanza che ha sempre mostrato con orgoglio.
Ma Hamsik non è stato l’unico a partecipare all’iniziativa; si sono aggiunti, infatti, anche alcuni cittadini. Tra questi la giovane artista Carlotta Vindice, che ha realizzato un murales, sulle mura dell’ingresso ai campetti, dedicato al calciatore: ” Gioco nel Napoli per scelta, vivo a Castel Volturno per scelta e ogni scelta la faccio col cuore”; nei prossimi giorni verrà firmato proprio dal numero 10 azzurro.
Una dimostrazione d’affetto importante di un professionista esemplare, dentro e fuori dal campo.
Qualche volta dunque, anche nelle periferie più bistrattate nascono fiori di speranza. E chissà se su uno di questi campetti, un giorno, non possa tirare i suoi primi calci ad un pallone proprio un nuovo Marechiaro; in fondo anche il nostro Diego veniva dalla periferia di una grande città.
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