Il basilico: storia e leggenda del “vasenicola”
Fonte web: perunpugnodibasilico

Il basilico: storia e leggenda del “vasenicola”

di Rosanna Vollaro

Tra i protagonisti dell’estate troviamo, ogni anno, il basilico, erba odorosa regina della cucina mediterranea odierna, ma anche molto diffusa nell’epoca medioevale.

Il termine basilico (Ocimum Basilicus) deriva dal greco “basilikon”, che significa “erba degna di re”, come ricordato da Teofrasto nel III secolo a.C.

Appartenente alla famiglia delle Limiaceae, è una pianta originaria dell’India e fu dai Romani ritenuta magica e sacra a Venere, come molte altre erbe fragranti, da raccogliere seguendo precisi rituali. Addirittura qualcuno che le attribuiva poteri malefici, ma fu stabilito che in quel caso si poteva cogliere indossando abiti candidi e purificando la mano destra con un ramo di quercia bagnato d’acqua proveniente da tre fonti diverse. Altri autori affermavano che non dovesse essere recisa con strumenti di ferro perchè il metallo avrebbe annullato ogni sua qualità.

Nel Medioevo il basilico era utilizzato anche per cacciare i diavoli dagli invasati e si riteneva che facesse miracoli in caso di pestilenza e di debolezza fisica dell’uomo e che guarisse ferite.

Plinio il Vecchio lo considerava un afrodisiaco in grado di combattere anche gli attacchi epilettici. Nei rituali amorosi una fanciulla che si adornava con un rametto di questa pianta voleva significare compiacimento nei confronti del corteggiatore.

Secondo Crisippo, invece, poteva essere dannoso per lo stomaco e per il fegato.

Ma le superstizioni non erano esclusive dell’antichità, dato che nel 1800 alcuni inglesi residenti in India giravano abitudinariamente con una collana in legno di basilico per neutralizzare gli impulsi elettrici, tenendo lontano i fulmini, come sosteneva la religione Indù.

La storia del basilico lo ritrae quindi come un vero e potente talismano, ruolo che, in un certo senso, può confermare anche la cucina antica e moderna.

Il suo uso, nella cucina italiana e non, ci fa capire come questa spezia possa innescare un’attrazione al suo odore: un piatto di pomodorini con mozzarella e basilico riporta inevitabilmente al ricordo dell’estate e della freschezza.

Delicato e inebriante è il sapore che ci dona il pesto al basilico, nato in Liguria, ovviamente fatto con basilico genovese DOP, tutelato da un consorzio, riconosciuto, nel 2008, dal Ministero delle Politiche agricole e forestali.

Il basilico è costantemente usato tutto l’anno poichè nella pizza margherita  ha un ruolo fondamentale. Questo grazie anche al fatto che può essere conservato e surgelato per godere, anche durante l’inverno, della sua presenza nei nostri piatti.

Ma  a Napoli , è anche conosciuto come “ vasenicola”.

Una leggenda vuole che una ragazza, giovane e bella, si fosse innamorata di un certo Nicola, un giovanotto modesto, dai capelli scuri e ricci. Questi contraccambiava l’amore per la giovane, ma non venne in alcun modo accettato dai tre fratelli di lei, che decisero di metter fine a tutto questo uccidendo il povero ragazzo e seppellendo il suo corpo poco fuori città.

Nicola, insomma, scomparve. La disperazione aveva ormai distrutto l’anima della giovane innamorata, fin quando una notte sognò proprio il suo amore, pronto a raccontarle il perchè della sua scomparsa e addirittura a svelarle il luogo della sua sepoltura. La ragazza si recò sul luogo indicatole e lì trovò il corpo del giovane. Sapendo di non potergli dare degna sepoltura, la leggenda vuole che gli abbia tagliato la testa per portarla via con sè; giunta a casa, il capo mozzato del povero Nicola sarebbe finito in un vaso, costantemente innaffiato dalle lacrime della giovane disperata. In primavera qualcosa iniziò a smuoversi, fino a portare alla nascita di foglioline verdi e odorose. Per questo la ragazza chiamò la piantina “vasenicola”, senza sapere che si trattava esattamente di fresco basilico profumato.

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