La Bella ’Mbriana
Di Nunzia Caso
“Bonasera bella ‘mbriana mia cca’ nisciuno te votta fora
bonasera bella ‘mbriana mia rieste appiso a ‘nu filo d’oro,
bonasera aspettanno‘o tiempo asciutto,
bonasera a chi torna a casa co’ core rutto”
Queste parole le cantava il mitico Pino Daniele, dedicandole allo spirito benigno delle case napoletane: la Bella ‘Mbriana, che per il popolo partenopeo rappresenta l’angelo del focolare portatore di buona sorte.
La derivazione etimologica è da ritrovare nel latino “meridiana“, alludendo, quindi, a uno spirito che compare nelle ore più luminose del giorno o che s’intravede alla “controra”, ossia nel primo pomeriggio.
La leggenda narra di una bellissima principessa che, non avendo potuto vivere il suo amore, diventò tristissima e disperata, fino a perdere la ragione. Cominciò così a vagare per la città in cerca di qualcosa che non trovò mai.
Suo padre, il re, non sapendo più come comportarsi, decise di ricompensare anonimamente tutti quelli che avrebbero permesso alla sua bella figliola di entrare nelle proprie case, impietositi dall’infelicità della giovane.
Nacque così la storia della Bella ‘Mbriana, che regna, protegge e consiglia gli abitanti della casa.
Pare che la “ragazza” gradisca molto l’ordine e la pulizia; per questo una casa trascurata la renderebbe nervosa e dispettosa. Viene invocata quando una situazione difficile sta compromettendo la serenità della dimora e della famiglia, esclamando “Scetate, Bella ‘Mbriana!” (“Svegliati, Bella ‘Mbriana!“); in genere si tratta di uno spirito buono, ma attenzione a non offenderla, magari con una ristrutturazione della casa. Un proverbio, a tal proposito, recita: “Casa accunciata morte apparecchiata” (“Casa ristrutturata morte preparata“) perché i cambiamenti potrebbero farla arrabbiare, provocando addirittura la morte di uno dei familiari. Si dice anche che, quando qualcuno decide di traslocare, ne debba parlarne fuori casa, in modo da non farle sapere nulla per non attirarsi le sue ire.
Ancora oggi le persone più anziane, in segno di rispetto, ogni volta che entrano o escono da casa, le rivolgono un saluto, spesso anche ad alta voce, dicendo: “Buonasera, bella’mbriana”.
Un tempo si metteva a tavola un posto in più e in casa doveva esserci una sedia per lei, per ospitarla e farla riposare in qualsiasi momento. Se avesse trovato tutte le sedie occupate sarebbe andata via, lasciando la casa in balia della sfortuna.
Pare che se uno sguardo umano riesca a intravederla lei si trasformi in farfalla o in un geco e, proprio per il suo legame con questa fata capricciosa, i napoletani considerano quest’ultimo animaletto un portafortuna e si guardano bene dal cacciarlo via o dal disturbarlo.
Insomma, la Bella ‘Mbriana è, in un certo senso, l’antagonista del Munaciello e stavo pensando che, alla fine, anche a me non costerebbe nulla lasciarle una sedia libera o salutarla al mio rientro a casa; cosa potrebbe mai succedere? Al massimo mio marito potrebbe mandarmi alla neuro, ma sono quisquilie.
Alla fine è sempre così, come diceva anche il grande Peppino De Filippo: “Non è vero, ma ci credo”.
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