La mattanza degli alberi “napoletani”
di Chiara Scaramella
Sono anni ormai che, nelle piú disparate zone di Napoli, vengono tagliate decine di alberi poiché ritenuti pericolosi per i cittadini.
Innumerevoli sono stati gli alberi abbattuti lungo via Manzoni, al Vomero , a Fuorigrotta e in tutta la città.
Per legge al posto di ogni albero abbattuto ne dovrebbe essere piantato uno nuovo. Ma indovinate?
Non avviene affatto cosí.
Invece di piantare nuovi giovani alberi vengono lasciati sul margine della strada tristissimi scheletri di legno senza vita, al posto delle splendide fronde verdi che precedentemente popolavano le nostre vie. É uno scempio vedere come piano piano questi “amici verdi” vengano estirpati dalla cittá per lasciare spazio all’asfalto, anche perché spesso ad essere “uccisi” sono quegli alberi che la nostra cittá l’hanno vista crescere: gli alberi piú antichi. Proprio come successe nel 2013, nel cuore del centro storico, di fronte l’ Universitá “L’ Orientale”, quando per ragioni “di sicurezza” venne abbattuto un esemplare di cedro libanese che si trovava in quella piazza addirittura dal 1200 e per la cui morte si tenne una fiaccolata commemorativa. Ci sono cittadini che hanno provato a difendere la vita degli alberi napoletani, a protestare affinché non fossero sradicati, ma come spesso succede, le parole sono state vane.
Oltre ad essere parte integrante del paesaggio della nostra cittá, gli alberi sono preziosissimi: hanno infatti funzioni termoregolatrici, ovvero riescono a contenere l’aumento delle temperature nelle stagioni estive; le loro radici sono fondamentali per prevenire il dissesto idro geologico; sono essenziali per rendere piú salubre l’aria che respiriamo e per diminuire l’inquinamento.
Insomma, gli alberi sono un vero e proprio toccasana per la cittá e i suoi abitanti, allora perché distruggerli? Perché non fare solo una messa in sicurezza del singolo albero che potrebbe eventualmente creare disagi invece di disboscare interi filari per “prevenire” i danni?
Quando inizieranno a capire che non sono solo un “di piú” o un fattore estetico ma parte fondamentale della nostra cittá?
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