La mela annurca: storia di una mela tutta campana
di Rosanna Vollaro
La mela annurca è una varietà di mela, tipica della regione Campania, considerata anche la regina delle mele.
É presente sul nostro territorio da almeno due millenni: alcuni dipinti trovati negli scavi di Ercolano ne testimoniano l’antico legame con il mondo romano. Luogo di origine sarebbe il territorio di Pozzuoli, l’antica Puteoli, come affermato da Plinio il Vecchio nel suo trattato “Naturalis Historia”.
Di dimensioni ridotte rispetto alle altre tipologie di mela, l’annurca è celebre per la sua polpa croccante e soda, molto succosa e dal sapore piacevolmente acidulo e aromatico.
La raccolta delle mele, ancora acerbe, inizia a metà Ottobre, onde evitare che, cadendo, possano subire ammaccature e/o lesioni: i coltivatori preferiscono raccogliere i frutti non ancora maturi e adagiarli su melai, dove verranno periodicamente rigirati, sino a quando, una volta pronti e raggiunto il colore rosso naturale, potranno essere immessi sul mercato. I melai sono costituiti da piccoli appezzamenti di terreno, sistemati onde evitare ristagni idrici. Un tempo veniva utilizzata la canapa, oggi sostituita da aghi di pino, trucioli di legna o altro materiale vegetale. I frutti vengono disposti in file, esponendo alla luce del sole la parte meno arrossata.
É grazie a questi metodi tradizionali e alle procedure effettuate a mano che vengono esaltate le caratteristiche qualitative della “Melannurca Campana”, conferendole valori che nessun’altra mela possiede, oltre che un Consorzio di tutela , appunto il “Consorzio di Tutela Melannurca Campana IGP”, costituito nel 2005, per la tutela vigilanza e valorizzazione del prodotto.
Ricca di fibre, abbassa il colesterolo cattivo, pulisce le arterie e dunque riduce i rischi di malattie cardiovascolari; ottima per rafforzare l’apparato muscolare con i suoi minerali, a partire da calcio e ferro, favorisce anche la crescita dei capelli. Se mangiata cruda è astringente, cotta, invece, ha un effetto lassativo. É indicata anche, spesso, nelle diete per i malati, in particolare per i diabetici.
Inoltre, una recente ricerca del Dipartimento di scienza degli alimenti dell’ Università di Napoli Federico II ha dimostrato che questa varietà di mela dimezza i danni ossidativi alle cellule epiteliali gastriche.
La melannurca è, però, anche un’eccellente presenza in cucina, da non sottovalutare se si considera che può essere alla base degli ingredienti di molte ricette: dai succhi nutritivi alla pasticceria, come dolci e crostate, passando per le tradizionali “mele cotte” al forno o ai liquori ottenuti dalle annurche.
Tradizionalmente coltivata nell’area flegrea e vesuviana, la mela annurca campana si è andata diffondendo, nel secolo scorso, prima nelle aree aversana, maddalonese e beneventana, poi via via nel nocerino e nell’area dell’alto casertano.
Nel Marzo 2006, a livello europeo, la denominazione “Melannurca Campana” è stata riconosciuta quale indica Indicazione Geografica Protetta (IGP).
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