L’ospedale delle bambole
di Valeria Ausiello
Passeggiando per le strade del centro storico fermarsi a via San Biagio dei Librai è d’obbligo.
In questo vicolo, al civico 81, vive, da metà ‘800, una delle più antiche botteghe di Napoli : l’ospedale delle bambole.
Luigi Grassi, scenografo di teatri di corte e teatrini di pupi dell’800, lavorava in una stradina del centro, dipingendo scenografie e riparando qualsiasi oggetto tra cui: marionette, burattini e pupazzi di scena della vecchia città di Neapolis.
La particolarità dell’officina attirava gli sguardi del popolo e della gente di passaggio che, affascinata dall’arte del riparo e dalla cura con la quale Grassi lavorava, restava incantata a guardare i dettagli di questo originale mestiere.
La storia e le persone raccontano che un giorno una signora entrò nel negozio con una bambola rotta tra le braccia, pregando il maestro di aggiustarla al meglio delle sue possibilità per rendere di nuovo felice la sua bambina. Il maestro, che aveva l’abitudine di usare un camice bianco per non macchiarsi i vestiti di pittura, pronto rispose : “Signora mia non si preoccupi, la bambola di sua figlia tornerà bella come una volta” .
Dopo qualche giorno la signora tornò nella bottega e vide in vetrina la bambola totalmente “guarita” e, girandosi con gioia verso l’artigiano, esclamò: “Dottore grazie mille, dirò alla mia bambina che sono stata nella bottega di un mago e lei sarà felicissima”.
La voce viaggiò in fretta e ben presto molte mamme si recarono da Don Luigi per risanare le bambole delle proprie figlie… Il laboratorio si riempì di bambole rotte con braccia pendenti, occhi andati persi, gambe mancanti.
Un uomo anziano passando lì fuori, alla vista della grande folla di oggetti che ospitava il dottore, gridò: “Me pare proprio o’spitale d’è bambule”
Fu in quel momento che Luigi Grassi decise di scrivere su di una tavoletta di legno “OSPEDALE DELLE BAMBOLE”, aggiungendo di fianco una croce rossa, come quella degli ospedali, e l’appese fuori all’entrata della bottega.
Da quel giorno, proprio come un vero ricovero, c’è chi aspetta il proprio turno, c’è una sala operatoria con gli strumenti utili, forbici, uncini, aghi, fili e una veccia macchina da cucire. I pazienti sono bambolotti, peluche, giocattoli di ogni tipo e genere, antichi e meno antichi.
È un incrocio perfetto tra un museo d’arte ed un negozio di antiquariato, pieno zeppo di vita e caotico come non mai.
Oggi Luigi, nipote del fondatore, insieme con Tiziana, sua figlia, accolgono bambole malate da tutto il mondo, prestano loro soccorso, creano nuovi abiti, oliano vecchi ingranaggi.
Il laboratorio è aperto tutto l’anno e l’arte e l’originalità che si respira è la stessa del mago che l’ha creata.
Per info:
Per visite :
Lunedì-Venerdì dalle 9.30 alle 16.30
Sabato dalle 10.00 alle 15.00
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