‘Mestieri’ antichi

‘Mestieri’ antichi

La maggior parte delle persone che avranno letto “Il piccolo principe” di Antoine de Saint-Exupéry, sicuramente si ricorderà di un personaggio che andava in giro ad accendere i lampioni.

Il Piccolo Principe vedendo il lampionaio accendere e spegnere il lampione disse “Forse quest’uomo e’ veramente assurdo. Pero’ e’ meno assurdo del re, del vanitoso, dell’uomo d’affari e dell’ubriacone. Almeno il suo lavoro ha un senso. Questo accende il suo lampione, e’ come se facesse nascere una stella in piu’, o un fiore. Quando lo spegne addormenta il fiore o la stella. E’ una bellissima occupazione, ed e’ veramente utile, perche’ e’ bella”.

A Napoli questo era un vero e proprio mestiere e veniva chiamato ‘O Lampiunaro, era infatti una persona addetta ad accendere e spegnere all’alba i lampioni e le luci a gas aiutandosi con un lungo bastone, proprio come nel racconto del Piccolo Principe, ovviamente con l’avvento della luce elettrica questo lavoro è andato perduto.

Il Laceratore di Cartelli è un altro lavoro che è andato dimenticato ma un tempo questo era una persona che aveva il compito di ripulire i muri della città da manifesti o necrologi, ma anche da cartelloni abusivi o “scaduti”.

Il Venditore di Acqua Zuffregna era un mestiere praticato inizialmente soltanto dalle donne nel quartiere di Santa Lucia, le quali portavano l’acqua sulfurea su carretti per poi andarla a vendere in giro durante il giorno mentre alla sera andavano a portare l’acqua che restava ai chioschi degli acquafrescai o agli alberghi e locande.

‘O Bannararo era una persona dedita alla realizzazione di stendardi e bandiere per cerimonie e feste o anche cerimonie religiose. Così come il Funaro, era colui che intrecciava le corde.

Magari avete sentito dire da qualche anziana persona dire la parola “franfellicche”, queste sono dei bastoncini di zucchero caramellato che venivano venduti sfusi dal così detto Franfellicaro che andava in giro a vendere queste bontà.

Ci sono poi dei termini che indicavano mestieri che sono entrati nel quotidiano come ‘a Capera, che oggi è diventato un termine per indicare una persona pettegola ma al tempo invece era la parrucchiera a domicilio, oppure termini che sono cambiati completamente anche se il mestiere è rimasto come ‘a Vammana, l’attuale ginecologo o ostretica.

Come pure ricorderete il film di Totò che fa lo scrivano per strada, ad oggi sarebbe impensabile o forse servirebbe per quelle persone che non si trovano con la tecnologia, ad esempio qualche genitore che deve mandare un messaggio su whatsapp al figlio e allora potrebbe chiedere allo “scrivano di whatsapp”.

Di lavori più o meno strani o dimenticati il mondo è pieno ma soprattutto a Napoli dove l’arrangiarsi stesso era un mestiere e si inventavano di tutto pur di lavorare e mettere da parte qualche soldo, come ad esempio ricorderete il film di Eduardo De Filippo “Napoli Milionaria” dove durante la guerra nelle case si offriva il caffè (a pagamento) come un bar in casa propria.

Sono  davvero tanti questi lavori di cui si sta perdendo anche la memoria ed è per questo che informarsi tramite le persone anziane è importantissimo e quasi d’obbligo per non perdere questi ricordi, gli anziani sono delle biblioteche viventi che possono darci informazioni precise e storiche e purtroppo non per molto.

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