Non è vero ma ci credo: i riti scaramantici napoletani

di Nunzia Caso

“Aglio, fravaglio, fattura cà nun quaglia.

Corna, bicorna, capa e’ alice e capa r’aglio”

 

Treccia d'aglio

Treccia d’aglio e peperoncino

 

Questa era la “formula” anti malocchio del mitico Pappagone, personaggio interpretato dal grande Peppino De Filippo, l’avevate mai sentita?

 

Il malocchio, la jella, ‘a sfurtun’, la scaramanzia, sono parte integrante della cultura di Napoli e dei napoletani da sempre.

Quante volte, pur non credendo a queste cose, ci siamo ritrovati a fare un gesto scaramantico? Magari prima di un esame, un colloquio di lavoro o anche mentre stiamo energicamente grattando la striscetta argentata di un gratta e vinci.

Io scommetto che tutti noi, almeno una volta nella vita, abbiamo invocato la Dea Bendata o scacciato la jella con un “rito propiziatorio

Dite di no?

Ebbene miei cari amici, vi assicuro che queste cose sono così intrinseche nella nostra cultura popolare che spesso le si fanno senza nemmeno pensarci.

Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio

Il rituale con acqua e olio

Il rituale con acqua e olio

La jella è una cosa seria qui da noi e guai a non conoscere i riti salvavita, che però con Beghelli non centrano molto.

La domanda (a volte ironica) che più spesso viene fatta a chi sta vivendo un momento NO, e che magari non riesce a fare nulla senza che gli capitino mille sventure, è la seguente: “Ma teniss’ l’uocchie ‘ncuoll?” (cioè: “non è che per caso il malocchio ti stia perseguitando?”)

L’uocchie ‘ncuoll, conosciuti anche come “Malocchio”, (letteralmente occhio maligno), sono gli occhi di coloro che con sguardo intenso e cattivo ti puntano con invidia e gelosia lasciandoti addosso “il negativo”.

Questa “sfortuna” però la si può combattere, annientare, distruggere e l’unica che può aiutarci a farlo è  “ ‘A fattucchier ” (la fattucchiera), che di solito è la vecchiarella che abita nel palazzo della zia di quell’amico che ormai è un cliente.

La signora Maria (la chiameremo così per non ripetere tutte le volte ‘ a fattucchier che po’ par brutt) con i suoi riti e le frasi incomprensibili, che fanno tanto scena perché sembrano recitate in aramaico misto a puteolano, riesce a liberarti dal negativo che ti perseguita.

Ma quale è l’iter che la nostra vecchiarella usa per fare ciò?

Niente di così complicato, anzi, ci vogliono pochi minuti per preparare il tutto:

– piatto o vacill’ (bacinella) con acqua

– 3 cucchiaini di olio d’oliva

– formula scaccia uocchie

Quando tutto sarà pronto, la signora Maria comincerà con le sue frasi e con i vari segni della croce, metterà le tre gocce d’olio nell’acqua e finalmente sapremo se siamo perseguitati dal malocchio.

Se le gocce d’olio restano intatte il malocchio non c’è, se invece si dividono in tante altre piccole gocce allora bisogna rompere il malocchio.

Più sono le gocce, più sono ll’uocchie ncuoll. Se sono tonde, vengono da un uomo, se invece sono lunghe e contorte (e ti pareva) vengono da una donna.

Fatto ciò, la signora Maria comincerà a fare con le dita tante croci attorno al corpo del povero sfortunato e reciterà queste parole:

“Io te sciopero ra’ capa o pere.

Chi t’è fatt male, te pozza fa’ bbene.

Uocchie, contruocchie, mittincille a’ l’uocchio.

Schiatta riavolo e crepa l’uocchio”

 

A questo punto c’è chi finisce così e chi invece recita tre Ave Maria, forse per rafforzare il potere benefico del rituale, chissà; fatto sta che la magia e la religione che diventano un tutt’uno non sono ben viste dalla Chiesa, che condanna la superstizione e la inserisce dritta dritta nei peccati senza “se” e senza “ma”.

 

Riti e scongiuri

Le corna, altro gesto scaramantico

Le corna, altro gesto scaramantico

Io ho degli amici così fissati per il Napoli Calcio che spesso mi fanno preoccupare per la loro sanità mentale. Hanno dei riti e delle “fisse” tutte loro, guai a non seguirli passo passo prima di una partita.

Vi dico solo due o tre cosette che vi faranno capire la situazione:

si siedono tutti nello stesso posto in cui erano seduti durante la partita precedente, soprattutto se la squadra ha vinto.

Indossano gli stessi indumenti, le stesse scarpe e persino le stesse mutande della domenica prima e Dio non voglia che magari ha piovuto e la mutanda è ancora bagnata, si beccano il raffreddore pur di non rompere la tradizione.

Non dicono “parole chiave” specifiche e, se malauguratamente a uno di loro venisse di grattarsi una natica o il naso o la testa nello stesso istante in cui viene segnato un goal, quel poveretto dovrà ripetere la stessa scena, nello stesso modo, allo stesso minuto della gara, tutte le volte.

Esagerato non credete?

I simboli della Fortuna

O' curnicièll'

O’ curnicièll’

Se la fattucchiera non fa per voi, o se il periodo è troppo sfortunato e avete bisogno di una continua protezione, ci sono i rimedi “fai da te” che proteggono dalla jella e dal malocchio.

Partiamo da quello più conosciuto e usato, “O’curniciell’” (piccolo corno).

Per essere davvero efficace il corno deve avere delle caratteristiche ben precise:

– Essere rosso (il colore della fortuna)

– Fatto a mano (così da permearsi della buona volontà di chi lo fa)

– Regalato (perché se to lo compri da solo non vale)

Per ricevere i suoi effetti benefici, bisogna sfregarlo con le dita e concentrarsi sulla fortuna.

Il secondo portafortuna che va per la maggiore, quasi al pari del curniciello, è “O’ Scartellato” (il gobbo), e non fate riti strani che con la Juventus non c’entra niente. Lo Scartellato è molto potente e lo è di più se ce lo troviamo davanti in carne e ossa. Pare che lo sfregamento della gobba sia un’arma potentissima per attirare la fortuna e scacciare la jella, ma potete ben capire che non è che ci possiamo appostare sotto casa del poveretto ed agguantarlo ogni volta che esce dal portone per fargli un massaggio shiatsu, ed è proprio per questo (oltre che per evitare la denuncia per stalking) che sono state create le statuetta raffiguranti il gobbo.

Basterà sfregare la sua gobba ogni volta che ne sentiamo il bisogno et voilà, lo scudo protettivo sarà attivo.

'O Scartellat'

‘O Scartellat’

 

Un altro espediente per evitare che il malocchio ci colga viene dal sale.

Fino o grosso che sia non importa, basterà buttarne un pugno alle spalle dell’ospite indesiderato quando lascerà casa nostra e le sue “jastemme” non ci coglieranno mai.

Tantissimi altri sono i “rimedi” per evitare la sfortuna, come non aprire l’ombrello in casa, non mettere le monete o il cappello sul letto, non rovesciare l’olio (e in questo caso la sfortuna sarebbe doppia, perché dovreste anche subirvi gli sfoghi di mamme o mogli costrette a pulire) evitare di essere 13 a tavola, non incrociare le mani dietro la nuca, e mille ancora.

Insomma, che siano o no tra le cose in cui crediamo, la superstizione e la scaramanzia sono argomenti vasti e molto interessanti che non passano mai di moda, soprattutto qui a Napoli.

A questo punto però le domande sorgono spontanee: voi ci credete? Avete il vostro “rito personalizzato” contro la sfortuna? Evitate di passare sotto le scale? Vi spaventa il pianto della “ciucciuettola”? E, cosa più importante, O’ curniciell o tenite?

“Uocchie e maluocchie ù

e furticielle all’uocchie, 

schiatta ‘a ‘mmiria

e crepano ‘e maluocchie.”

 

 

 

 

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