Nuovi Orizzonti per il Parco Archeologico di Cuma
Foto: Simona Vitagliano

Nuovi Orizzonti per il Parco Archeologico di Cuma

di Simona Vitagliano

Dopo moltissimi anni di ristagno, finalmente, comincia davvero a smuoversi qualcosa intorno agli Scavi di Cuma.

Non solo grazie all’attenzione degli studiosi venuti d’oltreoceano, che hanno addirittura ispirato un articolo del National Geographic di cui abbiamo parlato qualche tempo fa, ma anche, e soprattutto, per merito della nuova soprintendenza, che sta letteralmente “aprendo” nuovi spazi al sito archeologico e al pubblico.

Il meraviglioso Antro della Sibilla, infatti, tenuto chiuso e transennato per anni, è stato rimesso in sesto e riaperto da qualche mese e può essere interamente visitato, insieme alla Crypta Romana e, soltanto per eventi speciali e nelle Giornate Europee del Patrimonio, alla cosiddetta “Città bassa“, la necropoli, su cui si è intervenuti con nuovi lavori di scavo e di bonifica.

Foto: Simona Vitagliano

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Foto: Simona Vitagliano

Foto: Simona Vitagliano

Ma non solo.

Grazie all’iniziativa “Un treno per Cuma“, da questo Maggio, ogni Domenica e nei giorni festivi, fino al 30 Ottobre,  turisti e napoletani possono raggiungere il Parco Archeologico da Napoli (Montesanto), in 42 minuti, attraverso le linee flegree della Cumana e della Circumflegrea. Un’occasione per spendere qualche minuto anche nella foresta regionale di Cuma, un luogo sospeso nel tempo dall’atmosfera incredibile, antica, di cui si parla troppo poco, e dove la fermata della Cumana è, fortunatamente, situata. Il prezzo cumulativo di andata, ritorno e visita al sito è di 6 Euro.

Per chi, invece, si muove con mezzi propri il prezzo del biglietto è di 4 Euro ma sono previste tariffe ridotte, sconti e pass gratuiti per diverse categorie di persone (under 25, studenti universitari ed altri, si può consultare il sito dei Beni Culturali o chiamare la segreteria del parco Archeologico per ulteriori informazioni).

Insomma, una serie di aperture e di iniziative che sembrano ridare la dignità e la giusta attenzione ad uno dei siti archeologici partenopei più importanti, più ricchi e, forse, meno valorizzati da sempre.

Ischia, Procida, Isolotto di San Martino e, dietro, Vivara. Foto: Simona Vitagliano

Ischia, Procida, Isolotto di San Martino e, dietro, Vivara.
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