Palazzo Spinelli e la leggenda del fantasma di Bianca
Atrio Palazzo Spinelli. Fonte: Wikipedia

Palazzo Spinelli e la leggenda del fantasma di Bianca

Di Nunzia Caso

Dietro uno dei tanti portoni di via dei Tribunali, precisamente al numero 362, troviamo il piccolo e incantato mondo di Palazzo Spinelli di Laurino, un magnifico edificio risalente al XV secolo, che porta con sé un’affascinante storia, che s’intreccia tra realtà e leggenda.

Il palazzo, già noto per aver ospitato il poeta umanista Giovanni Pontano, è finito poi tra i possedimenti della famiglia Spinelli di Laurino a partire dal XVI secolo; è proprio al Duca Troiano Spinelli che si devono i ringraziamenti per quello che è oggi questo stabile, grazie alla ristrutturazione voluta da lui nel 1767, che vide tra i partecipanti Ferdinando Fuga e l’architetto Ferdinando Sanfelice, famoso per le sue scalinate a doppia rampa.

Ingresso Palazzo Spinelli. Fonte: Napoligrafia.it

Ingresso Palazzo Spinelli. Fonte: Napoligrafia.it

I cambiamenti fatti dal duca riguardarono anche il cortile: dall’originaria pianta quadrata, fu trasformato in uno spazio ellittico che, con i suoi due preziosi busti romani, le sue dodici statue allegoriche e gli otto medaglioni mitologici, costituisce un tributo alla romanità.

In alto, al centro, troviamo un orologio in piastrelle, sul quale è posta la statua dell’Immacolata, mentre ai lati si possono ammirare le dodici statue allegoriche scolpite da Jacopo Cestaro.

Le preziose balaustre, che arricchiscono la scalinata a doppia rampa, conducono poi al piano nobile, impreziosito da archi a tutto sesto, busti e stemmi familiari.

Interno Palazzo Spinelli. Fonte: underoursky.com

Interno Palazzo Spinelli. Fonte: underoursky.com

Sul portone d’ingresso, poi, c’è un’aquila con le ali spiegate, sul cui petto è scolpito lo stemma dei Laurino e dei Tuttavilla di Calbritto, famiglia a cui apparteneva la moglie di Troiano Spinelli.

Uno dei palazzi più belli di Napoli insomma, nonostante oggi alcuni suoi punti versino in stato di degrado; uno stabile che si è sempre distinto per la sua magnificenza e che ha ispirato anche il cinema, che lo ha voluto come location.

In particolare si ricordano tre film, con interprete il titanico e indimenticabile Marcello Mastroianni:

– “Maccherroni“, in cui Palazzo Spinelli è il luogo dove vive il protagonista;

– “Giallo Napoletano“;

– “La Pelle“, film nel quale Mastroianni assiste a due misteriosi eventi.

Interno del palazzo. Fonte: straniavvistamenti.blogspot.it

Interno del palazzo. Fonte: straniavvistamenti.blogspot.it

La Leggenda

Anche questo palazzo, come molti qui a Napoli, ha la sua storia, ma anche la sua leggenda.

Si racconta, infatti, che Palazzo Spinelli sia abitato dal fantasma di Bianca, una bimba rimasta orfana di entrambi i genitori ed adottata dal Duca di Lauria.

Bianca era una bambina bellissima, socievole e molto legata al duca, cosa che non piaceva a sua moglie, che ne era gelosa forse per le attenzioni che suo marito le dedicava. La fece, probabilmente per questo, sua damigella, prendendola al proprio servizio.

L’episodio leggendario narra della morte della bella Bianca avvenuta per mano della tirannica nobildonna, moglie fredda e distaccata che non degnava il consorte della benché minima considerazione.

Quando il Duca Spinelli, in procinto di partire per la guerra, si recò nelle stanze di Lorenza per salutarla, si vide rifiutare con parole fredde e seccate, ancora una volta; così il gentiluomo, uscendo di corsa e pieno di rabbia, per un attimo si ritrovò ad incrociare attraverso lo specchio gli occhi della bella e dolce Bianca, che si trovava lì per pettinare sua moglie; quegli occhi, a causa di quello che era accaduto, lo guardarono pieni di compassione. Uno sguardo innocente ma sufficiente a destare sospetti in Lorenza Spinelli, che punì ingiustamente la ragazza, murandola viva in una delle numerose stanze del palazzo.

La damigella però, prima di essere lasciata al suo destino, pronunciò queste ultime parole: ”Famme pure mura’ viva, ma in allegrezza o in grannezza tu me vidarraje.” Difatti, da allora in poi, si dice che il suo spirito sia apparso agli Spinelli tre giorni prima e tre giorni dopo un lieto evento, un lutto o una disgrazia.

Pare che ancora oggi la sventurata “Bianchina” vaghi per le stanze del palazzo e che qualcuno l’abbia addirittura vista sulle scale o sentita piangere.

A tal proposito vale la pena guardare una piccola intervista condotta al Cavaliere Ettore Corrado Araimo, che vive ancora tra quelle stanze.

 

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