Quando Maradona disegnò la sua Mona Lisa
di Gaetano Mango
Allo stesso modo in cui Giotto disegnò un cerchio perfetto a mano libera così Maradona, il 3 novembre del 1985, calciò e segnò la punizione perfetta.
La partita era di quelle importanti. L’avversario di giornata era la “solita” Juventus. I bianconeri, allenati da Trapattoni, arrivavano al San Paolo dopo un filotto di otto vittorie consecutive, lanciati verso l’ennesimo scudetto della loro storia. Il palcoscenico era da brividi, con uno stadio stracolmo di tifosi e di ombrelli. La pioggia, e le coperture ancora inesistenti, infatti, non scoraggiarono gli 85000 napoletani che, in quel grigio pomeriggio d’autunno, si recarono al San Paolo per sostenere Diego e Napoli.
Il match era ricco di spunti. Sulla sponda bianconera c’era Le Roi Michel Platini che incantava sempre meno. Ferlaino aveva rinforzato la squadra con tasselli che sarebbero risultati fondamentali nella stagione successiva, come Renica e Giordano. La telecronaca scorreva fiacca, con il solo Maradona a dare pepe ad una partita che si accese definitivamente soltanto al 75°.
A un quarto d’ora dalla fine l’arbitro fischiò una punizione a due in area (che oggi non esiste più). La barriera della Juventus era vicinissima e continuava a rosicchiare centimetri sotto l’occhio assente del direttore di gara.
Ma Diego disse: “Fa niente, tanto gli segno lo stesso”.
Sistemò la palla più o meno all’altezza del dischetto e “ordinò” a Pecci, incaricato di toccargli il pallone, di passarglielo un pochino più dietro. Il compagno di squadra lo guardò allibito, ma Diego era sicuro del suo mancino e lo convinse a seguire le sue indicazioni.
Fischio dell’arbitro, parte il tiro.
Un attimo di purgatorio, il pubblico si zittisce, Maradona dipinge la Mona Lisa. Una cucchiaiata leggera, lenta e inesorabile, che s’insaccò alle spalle del portiere bianconero, Tacconi, che per poco non sbattette contro il palo.
Lo stadio esplose, Maradona aveva letto la sua poesia più bella.
Il match finì 1 a 0. Fu la vittoria di Napoli, degli 85000 tifosi presenti allo stadio e di Maradona che, alla fine del match, intervistato da Giampiero Galeazzi, dirà:” “Il goal è di colore azzurro ed è per tutta la gente di Napoli. Solo chi vive qui può sapere cosa sente la gente durante la settimana, se lo meritano”.
Ci fu un momento alla fine della partita in cui Le Roi guardò negli occhi Maradona, forse ripensando all’immenso gesto tecnico che aveva appena visto.
Un passaggio di consegne da un Re in decadenza ad uno che non lascerà mai il suo trono.
Alla fine della stagione lo scudetto sorriderà ancora ai bianconeri e il Napoli finirà terzo, ma questo sarà il preludio al primo scudetto del Napoli e di Maradona e ad una storia che, a distanza di 30 anni, è ancora leggenda.
Intervista a Bruscolotti e Di Napoli
Higlite della punzione
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07 Luglio, 19:03[…] E tre… beh andatevi a rivedere le giocate, i goal e le interviste di Maradona ma soprattutto andatevi a leggere attentamente l’articolo del nostro Gaetano Mango. […]