San Giovanni a Carbonara, un piccolo gioiello da non dimenticare
di Saverio Pizza
Napoli è una città talmente ricca di luoghi d’arte che a volte sembra di rendersi ridicoli parlando di un particolare sito come di un’attrazione assolutamente imperdibile, tante sono le volte che ci ritroviamo a ripetere tale espressione.
Nel caso della Chiesa di San Giovanni a Carbonara non mi assale assolutamente il dubbio di sentirmi ridicolo dicendo che si tratta di un vero gioiello: gioiello d’arte, di storia, di architettura, tante e variegate sono le opere che vi si trovano all’interno. Resterete rapiti dalla bellezza dei pregiati marmi, dai colori vividi dei brillanti affreschi, dall’armonia delle sculture e tavole dipinte.
Purtroppo non è, come spesso accade da noi, adeguatamente valorizzata e di conseguenza è tagliata fuori dai soliti itinerari turistici o dall’elenco delle cose da vedere a Napoli, ma vi posso assicurare che è un posto che merita assolutamente la vostra attenzione.
Nel cuore della città, dietro la storica Porta Capuana, si trova via Carbonara, ed è proprio percorrendo questa strada per qualche metro che si arriva alla chiesa .
Non confondetevi, la Chiesa di cui si parla non è quella che trovate chiusa sul livello della strada, ossia la chiesa della Pietatella, ma è quella a cui si accede salendo i gradoni della imponente scala settecentesca in piperno a doppia rampa.
Una volta dentro rimarrete subito affascinati e capirete di trovarvi non in una delle tante belle chiese dislocate in Italia, ma in un luogo davvero particolare.
Pur risalendo alla metà del 1300 (1339 precisamente) i successivi lavori e ampliamenti protrattisi nei secoli hanno fatto sì che, all’interno, si possa ammirare uno stile che va dal gotico al rinascimentale; se anche sono altre le chiese napoletane che vengono di solito elencate per riferirsi allo stile rinascimentale, la chiesa di San Giovanni ne è comunque un fulgido esempio. Prendete ad esempio la cappella Caracciolo di Vico, è sicuramente tra le maggiori espressioni del rinascimento meridionale.
Brevemente, l’interno della chiesa è classicamente a croce latina con un’unica navata . Lungo i lati vi si trovano quattro cappelle (due per parte, più una sagrestia che talvolta viene indicata come cappella essa stessa), altre due si trovano lateralmente e dietro l’abside ed un’altra nella controfacciata.
Appena entrati, però, quello che vi colpirà subito, anche perché ve lo troverete davanti agli occhi, è l’Altare Miroballo, talmente imponente che potrebbe essere considerato una vera cappella.
La chiesa è tutta da vedere, descriverla sommariamente farebbe torto alla sua maestosità, però è d’obbligo un riferimento ai bellissimi affreschi di vita monastica e mariana che abbelliscono la cappella Caracciolo del Sole, oltre che allo splendido pavimento maiolicato, includendo anche il monumento funebre a re Ladislao di Durazzo fatto erigere dalla di lui sorella, Giovanna II.
Prima di invitarvi ad andare assolutamente a conoscere questo patrimonio d’arte vorrei segnalarvi la Crocifissione del Vasari, unica realizzazione del Maestro rimasta nella chiesa. Si tratta di un’opera particolare perché al gusto rinascimentale (le proporzioni e la maestosità del Cristo crocefisso che sembra non risentire di nessuna pena) si unisce anche un certo sapore gotico, vedi il teschio ai piedi della Croce e il paesaggio deserto e arido, con un tronco desolato e solitario e le uniche forme di vita immaginabili riferite ad un borgo che sembra davvero lontano e incurante di quello che succede.
Andateci… appena potete!
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