Scagliozzi: l’origine dei gustosi triangoli di polenta
di Annina D'Ambrosio
Chi non conosce i cosiddetti “sgagliuozzi“? Insieme ai crocchè, alle zeppole, alle frittatine e agli arancini sono sovrani dei famosi “cuoppi” di fritturine, tipici delle friggitorie ed emblema dello street food partenopeo.
Chi non ha mai assaggiato quel gustoso triangolo giallo, croccante fuori e morbido dentro?
Sono famosissimi e molto consumati nella cucina napoletana, dove tradizionalmente li si gusta sempre ben caldi, appena fritti e, a volte, arricchiti con pecorino e pezzetti di salame.
Ma come sono fatti gli scagliozzi e da dove hanno origine?
Si tratta di pezzi di polenta, che viene lasciata a seccare qualche giorno dopo la preparazione per perdere un pò della sua umidità e poter essere fritta senza frantumarsi o sciogliersi, tagliati spessi e solitamente a forma di piccoli triangoli, o anche rettangoli o trapezi, e poi fritti in abbondante olio bollente e salati.
Relativamente alla semantica del termine, possiamo riferirci all’etimologia di scaglia, ossia pezzo tagliato grossolanamente; nel Sud Italia la parola scagliozza indica anche la moneta, quindi emerge il legame con il colore dorato di questo famoso cibo da strada.
La polenta è, dunque, un piatto molto usato nella “cucina povera” partenopea, ma gli scagliozzi sono in realtà un prodotto tipico pugliese, in particolare della cucina foggiana, ma presenti anche nella cucina, oltre che napoletana, toscana, barese e messinese.
Gli scagliozzi napoletani si caratterizzano per essere più irregolari e spesso senza ripieno e sono un piatto che viene preparato anche nel periodo di Carnevale e nei giorni di festa. Sono saporiti e sfiziosi da servire come antipasto o da inserire in una frittura all’italiana.
Dunque ingrediente principale è proprio la polenta, che non è utilizzata solo nella cucina del Nord come si potrebbe pensare.
Le origini della polenta sono molto antiche: risalgono infatti all’epoca di Cristoforo Colombo che, di ritorno dall’America, portò con sè la pianta del mais, o granturco, a quel tempo sconosciuta in Europa. Gli Indigeni delle Americhe consumavano la farina di mais unendola all’acqua e abbinandola a diverse tipologie di formaggi e carni appena cacciate. La pianta del granturco cresceva abbondantemente in particolare nelle zone settentrionali del nostro Paese e la sua coltura era anche poco dispendiosa; così la pianta del granturco si diffuse soprattutto tra le popolazioni più povere, come quelle di allevatori e contadini.
Questo gustoso miscuglio di farina e acqua, reso più o meno denso mediante cottura sul fuoco, ai tempi dei romani veniva arricchito con formaggi o verdure. Con l’avvento della farina di mais in Europa, il piatto si è affermato prima in Veneto e poi in tutta la penisola, acquisendo molte varianti; ad esempio, nel Sud Italia veniva adottata una farina di mais molata in grani sottili, mentre al Nord in grani medio-grandi; al Sud, inoltre, i contadini ed i montanari abbinavano la polenta con sughi o legumi, mentre al Nord veniva consumata pura.
La prima ricetta conosciuta risale agli inizi del ‘900, ma il suo consumo si intensifica soprattutto durante i periodi di forte crisi economica. La tradizione affonda le radici proprio nella pratica del riutilizzo del cibo avanzato, del non spreco, così come si è sempre fatto prima degli anni sessanta del secolo scorso.
La farina da utilizzare per cucinare uno scagliozzo perfetto è proprio quella usata per la polenta; la ricetta prevede, in rarissimi casi, l’aggiunta di aromi come la noce moscata durante la preparazione.
La ricetta tradizionale è semplice: acqua, farina di mais, sale e via con la frittura nell’olio di semi di girasole. Gli scagliozzi vanno degustati appena pronti, ancora caldi e preferibilmente accompagnati da una buona birra bionda: una vera delizia!
Dunque, nonostante il luogo d’origine di questa prelibatezza sia la Puglia, gli scagliozzi sono una tradizione anche per noi napoletani e non possono mancare quando si parla di fritturine e di cibo da strada; sono molto diffusi anche a Messina.
Insomma un prodotto culinario emblema della cucina del Sud ma legato alla cucina del Nord: una rivisitazione ricca e particolare di un prodotto tipico dell’Italia Settentrionale. Storia, cultura e gastronomia tipica si incontrano in una ricetta semplice ma gustosa.
A Foggia si trovano gli scagliozzi in tutte le friggitorie e ci sono addirittura locali interamente dedicati allo scagliozzo, preparati esclusivamente con farina pura di mais come impone l’antica tradizione; a Bari, invece, è frequente trovarli per strada nei giorni di festa, nel periodo natalizio oppure per i festeggiamenti di San Nicola.
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