“Te piace ‘o presepe?”. Ciao Luca!
di Nunzia Caso
Si è spento ieri, 27 novembre 2015, all’età di 67 anni, Luca De Filippo. Ricordarlo non è difficile, ma lo è dimenticarlo.
Sono cresciuta con i Natali pieni di De Filippo padre e mi sono affezionata, come tutti i napoletani, anche a De Filippo figlio.
Luca De Filippo nasce a Roma, il 3 giugno del 1948, dalla relazione tra il grande Eduardo con l’attrice torinese Thea Prandi.
Non ha un’infanzia semplice, perché si ritrova a vivere con un papà sessantenne a soli dodici anni, dopo la morte della madre e della sorella Luisella. Ha raccontato in varie interviste, infatti, che Eduardo spesso lo portava con lui a teatro, e scriveva piccole parti per lui, in modo da tenerlo impegnato.
La sua vera carriera, però, comincia a 8 anni, quando interpreta Peppiniello in “Miseria e nobiltà”.
Da allora molte sono state le commedie di suo padre nelle quali ha recitato, anche se agli inizi per tutti era Luca Della Porta, pseudonimo utilizzato per non sembrare un raccomandato.
Lo ricordo con affetto nel ruolo di Tommasino, in “Natale in casa Cupiello”, o in “Uomo e Galantuomo” con il suo “finto malato di mente” , mi torna alla mente con ammirazione in “Napoli Milionaria”, con un sorriso amaro in “Lu curaggio de nu pumpiero napulitano” e devo dire che l’ho apprezzato molto nei ruoli che furono del padre in “Questi fantasmi” e in “Sabato, Domenica e Lunedì” (con protagonista la mia “paesana”, la straordinaria Sofia Loren).
Ma il mio intento non è quello di stare qui a scrivere di tutti suoi lavori, dei quali si può leggere unque.
Ho scritto queste poche righe solo per salutarlo, a nome di tutti noi di Napolinlove e, ne sono certa, anche a nome di tutti i napoletani.
E voglio salutarlo con un sorriso, ricordando tutti i sorrisi che ci ha regalato insieme a suo padre Eduardo nelle loro commedie, forse malinconico certo, ma pur sempre un sorriso.
Grazie Luca, per averci regalato la gioia del teatro.
Grazie Luca, per aver ricordato tuo padre, un grande figlio di Napoli, ogni volta che potevi.
Grazie perché sei stato degno figlio di questa città bella e martoriata.
Grazie Luca e Buon Viaggio.
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