Un “Alfonsino”
Fonte: accadevaoggi.it

Un “Alfonsino”

di Valeria Ausiello

Alfonso di Trastàmara  è stato un principe spagnolo della casa reale di Castiglia, che divenne re Alfonso V di Aragona, Alfonso III di Valencia, Alfonso II di Sardegna, Alfonso I di Maiorca e di Sicilia, re titolare di Corsica, di Gerusalemme e d’Ungheria, conte Alfonso IV di Barcellona, dal 1416 al 1458, e re Alfonso I di Napoli dal 1442 al 1458.

Una volta conquistato il regno di Napoli agli inizi del 400 stabilì in città la sua corte, diventando il fulcro della corona d’Aragona.

Fermatosi a Napoli, nonostante i suoi innumerevoli titoli, si sposò con Maria di Castiglia ma nei tempi a seguire si innamorò perdutamente di Lucrezia d’Alagno, una bellissima ragazza dell’epoca appartenente ad una delle più nobili famiglie napoletane.

Fonte: corriereirpinia.it

Fonte: corriereirpinia.it

Quando gli aragonesi regnavano con grande splendore a Napoli, una volta l’anno ricorreva la principale festa popolare: la festa della vigilia di San Giovanni, il 23 Giugno.

Tutto il popolo scendeva per le strade e la storia dice che la gente era abituata a fare il bagno a mare in questa giornata, credendo, così, di purificare l’animo e il corpo da ogni peccato e, sempre durante la stessa celebrazione, le fanciulle cercavano di prevedere nell’orzo coltivato in piccoli vasi il proprio destino amoroso.  Era anche l’occasione, quindi, in cui le giovani innamorate chiedevano ai propri fidanzati un regalo per la festa.

Nonostante fosse una ricorrenza  esclusivamente popolare, il re, un anno, verso la metà del quattrocento, volle prendere parte ai festeggiamenti e alle tradizioni.

Camminando per le strade e passando davanti Palazzo d’Alagno si imbatté nella bella Lucrezia.

Sorpreso, la vide venirgli incontro con il vado d’orzo.

Questo l’ho seminato pensando a Voi” gli disse senza remore la ragazza, “ Mi aspetto, perciò , il dono della festa, com’è tradizione da noi”.

Alfonso d’Aragona, abbagliato e stupefatto, ordinò al tesoriere che lo accompagnava di offrire alla nobile Lucrezia un sacchetto di monete.

Presa la borsa, colpendo ancora una volta il Re, Lucrezia prese la borsa cercò un alfonsino d’argento e restituì il resto.

Fonte: numismatica-italiana.lamoneta.it

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Mi basta un solo Alfonso” disse allontanandosi.

Da allora furono per sempre grandi amanti appassionati.

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