Alla (ri)scoperta delle prigioni di Nerone
di Sara De Rosa
Per quanti pensano che l’arte e l’archeologia in Italia non siano apprezzate arriva finalmente una smentita: Napoli rifugge da questo luogo comune e torna a puntare sul fascino dei siti archeologici.
È, infatti, recentissima la notizia della riapertura al pubblico del complesso archeologico Cento Camerelle, sito nel comune di Bacoli.
Dopo tredici lunghi anni le Cento Camerelle ritornano ad affasciare appassionati e turisti. Si tratta di una conquista importante, giunta col protocollo d’intesa firmato una settimana fa nella Casina Vanvitelliana sul lago Fusaro.
Ancora parzialmente inagibile, il complesso non è visibile nell’interezza del suo splendore; tuttavia dai piani alti arriva la promessa di ingenti interventi di restauro. Nel frattempo gli estimatori potranno godersi la tomba di Agrippina e l’anfiteatro Flavio.
Per chi, invece, non conoscesse la storia di queste suggestionanti cellette, nessuna paura: ci pensiamo noi!
Le Cento Camerelle facevano parte di un’unica immensa villa appartenente al console romano Quinto Ortensio Ortalo, intimo amico del noto poeta Cicerone. L’edificio è intriso di storia: acquistato da Antonia minore, madre dell’imperatore Claudio, sarebbe in seguito appartenuto al famigerato Nerone per poi passare a Vespasiano, l’imperatore mulattiere.
Costruito in epoca repubblicana a Miseno, a picco sul golfo di Napoli, il nome attuale (dall’originario Centum Celle) gli fu attribuito nel tardo Seicento insieme al più noto “Prigioni di Nerone”.
Più precisamente le Cento Camerelle costituiscono un articolato impianto idrico, che deve il proprio nome alla particolare conformazione della struttura composta di numerosi piccoli cunicoli scavati nel tufo con copertura piana e spiovente, che terminano oggi a strapiombo sul mare.
I cunicoli sono rivestiti di “cocciopesto”, un materiale isolante e protettivo che ha suggerito la funzione di cisterne. Si pensa che esse furono volute dal primo proprietario, Ortensio Ortalo, per il suo “hobby” di allevatore di murene. Pare, inoltre, che in seguito le Cento Camerelle furono adibite a prigioni dal folle Nerone (da qui il nome), ma nulla conferma la storia, certo non inverosimile considerando il temperamento dell’imperatore.
Dall’8 Maggio di quest’anno, dunque, Napoli offre la possibilità di un nuovo tuffo nella storia. Approfittatene!
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