I friarielli: fiore all’occhiello della cucina partenopea
di Rosanna Vollaro
Il viaggio di NapolinLove nella cucina partenopea prosegue e stavolta ci fermiamo dinanazi ad una delle verdure spettacolari che la Campania ci offre: i friarielli.
Da molti secoli Napoli è una delle città più popolose d’Europa; in passato molte famiglie vivevano sotto la soglia della povertà e, paradossalmente, proprio quest’ultima ha dato vita alla creatività culinaria.
Sempre in cerca di qualcosa da mangiare, i napoletani sono riusciti in una missione che supera i limiti dell’immaginario: il cibo scarseggiava, la fame era troppa ed i resti di cibo dei nobili non poteva soddisfare tutti. Per mangiare cominciarono a guardare in basso, alle cime di rapa, dove per cime s’intendono gli ammassi floreali , le inflorescenze non ancora aperte delle rape. In una parola, i broccoletti.
In italia c’era un forte interessamento a questo alimento, particolarmente al Sud. Chi li lessava, chi li cuoceva, i toscani poi li chiamavano rapini, i baresi li cucinavano con le orecchiette. Queste abitudini sono ancora vive in quelle terre.
A Napoli no.
A Napoli, le cime, a cui viene rimossa la parte del gambo più duro, prima si lavano bene sotto l’acqua fredda, e poi, tutte bagnate, si gettano nell’olio bollente, insieme con l’aglio, dando vita ad uno dei piatti più creativi della cucina partenopea: i friarielli.
Li ritroviamo prevalentemente coltivati nelle aree della Campania, soprattutto nell’afragolese, in particolare nei comuni di Acerra, Afragola, Caivano, Cardito e Casoria, nella fascia appenninica provincia di Avellino e Benevento, nell’agro nocerino-sarnese e nella piana del Sele , Salerno.
Una volta erano coltivati anche nel capoluogo, in particolare al Vomero, che era infatti noto come “’o colle d’’e friarielle”.
Anch’essi fanno parte dello street food partenopeo: dalle pizzette ai panini, dalle sfogliatelle salate ai tarallini, i friarielli li possiamo trovare quasi sempre in compagnia della salsiccia. Un connubio inebriante, meraviglioso!
Nelle pizzerie napoletane non manca mai, nel menù, la pizza carrettiera: salsicce friarielli, grana e mozzarella. Nelle rosticcerie e in alcuni panifici si preparano pizze ripiene con salsiccia e friarielli.
Ma mai commettere l’errore di ordinare friarielli in un luogo che non sia Napoli: potreste ritrovarvi nel piatto peperoncini verdi fritti, magnifici anche loro, ma il sapore è un’altra storia.
Ad esempio, già dalle parti di Roma non se ne trovano, nè nei mercati nè nei ristoranti, ad eccezione di quei pochi locali che si fanno arrivare tutto da Napoli: dai pizzaioli ai camerieri alle materie prime, passando per pomodori, mozzarella, fior di latte e friarielli, per l’appunto.
Ed è lì, lontano da casa, che pizza e friarielli si ritrovano di nuovo insieme, per la gioia del napoletano emigrato, grato alla sua terra per quello che gli dà.
About author
You might also like
“Basta insultare Napoli”: Francesco Facchinetti difende Napoli in diretta su Facebook
di Simona Vitagliano Dopo l’uscita del noto conduttore Giletti sulle condizioni di Napoli nella sua trasmissione L’arena (“Napoli indecorosa, c’è spazzatura a ogni vicolo“), sui social network si è scatenata
Buon Compleanno Massimo Troisi
Di Nunzia Caso Non so cosa teneva “dint’a capa”, intelligente, generoso, scaltro, per lui non vale il detto che è del Papa, morto un Troisi non se ne fa un
Dolce e Gabbana: dalla Sicilia a Napoli per festeggiare i trent’anni del brand
di Francesca Nasta I due stilisti Domenico Dolce e Stefano Gabbana, da veri siciliani, amano i valori tradizionali italiani, una passione che portano ogni anno sulle passerelle con collezioni che
Leave a Reply
Only registered users can comment.
0 Comments
No Comments Yet!
You can be first to comment this post!