Le gallerie sommerse scoperte accanto al Castel dell’Ovo
Fonte: espresso.repubblica.it

Le gallerie sommerse scoperte accanto al Castel dell’Ovo

di Gaetano Mango

Se fosse un film lo chiamerebbero “La città sommersa”.

Napoli e le bellezze di Napoli non sono soltanto quelle che si vedono in superficie. Nel sottosuolo partenopeo c’è la storia di secoli e secoli di civiltà che centinaia di anni e di urbanizzazioni hanno ricoperto.

Basti pensare ai ritrovamenti in zona Piazza Municipio che più volte hanno obbligato il comune a interrompere i lavori per la costruzione della metro. Ma non è solo la Napoli sotterranea a rappresentare una pagina importante della storia di questa città.

È da più di quattro anni, infatti, che un team di esperti sta lavorando alla mappatura geo-archeologica della costa, compiendo studi approfonditi su tutto il litorale del golfo, da Monte di Procida a Punta Campanella, con l’obiettivo di trovare l’antica linea costiera della città. Il lavoro è frutto di un accordo tra il Ministero dei Beni culturali, la Soprintendenza Archeologica della Campania e Marenostrum Archeoclub d’Italia ed è portato avanti senza sponsor importanti.

E proprio nelle profondità del golfo ecco uno dei ritrovamenti più importanti dell’intero progetto. A tre metri di profondità, lungo il lato occidentale di Castel dell’Ovo infatti, sono state trovate alcune gallerie di 4-5 metri di lunghezza e larghe poco più di un metro.

Fonte: espresso.repubblica.it

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A svelare qualche informazione sugli utilizzi che in passato si sono potuti fare di queste gallerie è uno degli studiosi impegnati nelle immersioni, Filippo Avilia, che in una breve intervista a L’Espresso ha spiegato come queste gallerie, probabilmente, collegavano le due quote del dislivello sul fondale, utilizzate, si pensa, per trasportare la pozzolana estratta: “Hanno un taglio trapezoidale, come quello che si ritrova in tutti i banchi di tufo presenti a Posillipo, definiti genericamente di epoca greca ma utilizzati anche successivamente. Di qui la datazione ancora incerta, perché potrebbero appartenere a cave greche, ma essere state sfruttate pure in età romana visto il grande utilizzo della pozzolana attestato in tale periodo. La cresta di tufo è attraversata da queste gallerie. Ciò significa che la cresta era un ostacolo da attraversare non da sfruttare, altrimenti sarebbe scomparsa anch’essa, perciò ipotizziamo che il trasporto fosse di pozzolana”.

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