Le scale di Massimo Troisi tra polemiche e dissapori
di Simona Vitagliano
Le Scale dedicate a Massimo Troisi sono già al centro delle polemiche, a poco più di 24 ore dalla loro inaugurazione.
Il 18 Gennaio appena trascorso, infatti, dinanzi al Sindaco De Magistris e a una folla di napoletani curiosi e devoti, si è inaugurata la presenza della targa che dedica le scale al compianto attore nel quartiere Chiaia, nel posto esatto in cui sono state girate le scene più esilaranti del film “Scusate il ritardo“, o almeno così si credeva.
Alla redazione de “Il Mattino”, infatti, è arrivata una lettera di un concittadino che segnala un “grossolano errore“:
Caro Mattino,
abito in Via Andrea d’Isernia e volevo solo segnalare il GROSSOLANO ERRORE di individuazione della famosa “scala” da intitolare a Massimo Troisi. La targa sarà difatti apposta alla base sulla rampa di scale che parte da Via Crispi e raggiunge (scendendo) Via Bartolomeo di Capua che NON E’ AFFATTO quella sulla quale fu girata la famosa scena del film “Scusate il ritardo”. La famosa scena, difatti, fu ripresa sull’ultima rampa (scendendo da Via Crispi verso Via D. d’Isernia …): quella che da Via Luca da Penne raggiunge Via Andrea d’Isernia costeggiando (a destra scendendo) lo stabile al civico n° 2 di tale ultima via. In tale ultimo palazzo, tra l’altro, nella finzione cinematografica, Troisi vi abitava… Mi chiedo come sia possibile che qui a Napoli si riesca ad essere sempre così’ superficiali e chi, nel caso concreto, sia stato tanto disattento …. Sarebbe bastato vedere il film… Speriamo non farci ridere dietro, come spesso accade.
Grazie
Giancarlo Rago
In più, come se non bastasse, Gianni Simioli, conduttore radiofonico a La Radiazza, con lo pseudonimo di Raimondo Ubini, ha telefonato a Lello Arena, meravigliato del fatto che non fosse stato contattato per presenziare all’evento.
L’attore comico napoletano, che era protagonista assoluto insieme a Troisi delle scene girate sulle scale, ha riferito: “Non sono stato invitato, non ne so niente. Chiedete a chi ha organizzato, ma non voglio essere coinvolto nella vicenda”.
Insomma, un paio di leggerezze niente male, ma che non vanno a ledere l’omaggio che Napoli ha voluto fare al suo amato Troisi. O no?
“Meglio 50 giorni da orsacchiotto“
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