La differenza tra casatiello e tortano
Due rustici che non possono mancare nelle case dei napoletani nel periodo di Pasqua!
Nonostante la quarantena, si avvicina la Pasqua e allora quale miglior occasione per sfruttare il tempo di reclusione in casa se non quella di mettersi all’opera nella preparazione di queste due tipiche pietanze pasquali?
Le origini del casatiello sono antichissime, si fanno risalire alla Napoli prima greca e poi romana e anche l’origine del nome deriva dalla parola latina “caseus” che sta ad indicare il formaggio che uno degli ingredienti principali dello squisito composto pasquale.
La pietanza inoltre racchiude un valore simbolico, cucinato per festeggiare la resurrezione di Cristo, con le strisce di pane che ingabbiano le uova semisommerse nell’impasto viene rappresentano la croce su cui morì Gesù e la sua corona di spine, mentre l’aspetto anulare richiama la ciclicità legata alla risurrezione pasquale.
La tradizione vuole che a comporre il casatiello ci siano tutti i rimasugli alimentari avanzati dalle provviste invernali; anticamente la preparazione del rustico era considerato un rito vero e proprio con l’utilizzo di tutte le piccole quantità di alimenti che altrimenti sarebbero andati a male.
Anche l’impasto del tortano, tipico partenopeo, è a base di ingredienti poveri: farina, acqua, strutto, cicoli, pepe, lievito madre e pecorino. La forma tondeggiante richiama alo stesso modo la corona di spine di Gesù
Ma allora in che cosa consiste la differenza tra casatiello e tortano?
Sono le uova a rappresentare la differenza sostanziale tra i due rustici: nel casatiello le uova cuociono intere nel forno assumendo il sapore inconfondibile di “uova arrosto” e sono quindi in superficie con ancora la buccia tenute salde da due lembi di impasto posti a forma di croce mentre nel tortano si usano sode e tagliate a spicchi insieme al resto degli ingredienti.
Cosa fare a Pasqua a Napoli
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